«Medioevo musicale» offre le schede bibliografiche e discografiche derivate dallo spoglio delle riviste e delle più recenti pubblicazioni non periodiche. Sono inoltre
oggetto di spoglio i siti Internet contenenti materiali utili allo studio della musica medievale (repertori, bibliografie, tesi di dottorato ecc.), nonché le riviste online.
Le schede riguardanti le pubblicazioni non periodiche sono firmate dai seguenti collaboratori:
A.Cal. = Antonio Calvia
A.Hat. = Alèxandros Hatzikiriakos
A.Na. = Alberto Napoli
B.M.J. = Brian Møller Jensen
D.Che. = Davide Checchi
E.N. = Ella Nagy
F.Za. = Federico Zavanelli
G.Br. = Gionata Brusa
G.Fer. = Giacomo Ferraris
J.Ma. = Jacopo Mazzeo
L.Alb. = Laura Albiero
M.Coc. = Martina Cocci
S.Mil. = Stefano Milonia
S.V. = Stefania Vitale
La sezione discografica, curata da Francesco Molmenti, contiene, oltre alle schede da recensione diretta o desunte dalle riviste, il risultato dello spoglio di cataloghi cartacei ed elettronici, questi ultimi indicati dalla sigla (Cat.).
Le altre sezioni del bollettino sono state curate da Da vide Checchi (prima parte), Stefania Vitale (seconda parte – «Istituzioni e storia della liturgia» e «Monodia liturgica»), Antonio Calvia (seconda parte – «Polifonia liturgica»; terza parte) e Michele Epifani (quinta parte).
Le voci riguardanti singoli componimenti, raccolte, trattati o manoscritti sono suddivise in edizioni e studi. Ad esempio, nella sezione dedicata ad un autore, le edizioni anche parziali delle sue opere precedono gli studi.
I criteri di compilazione delle schede sono rimasti invariati: dati bibliografici, eventuale sintesi del contenuto, seguita da una sbarretta che introduce l’indicazione della fonte (o di più fonti) e il nome del recensore (o di più recensori) quando la scheda derivi dalla lettura di una recensione.
Sotto ai singoli lemmi, le schede collocate altrove a cui si rimanda sono indicate con i soli numeri di riferimento, raggruppati a seguito di un Vide che compare subito dopo il Lemma, oppure a seguito di un Vide etiam stampato dopo le eventuali schede raggruppate sotto quel Lemma. L’indice dei manoscritti segnala le città e i nomi delle biblioteche in maiuscoletto, le segnature in grassetto, senza soluzione di continuità se non tra le biblioteche.
Riportiamo la descrizione generale della struttura del Bollettino:
1. Articolazione della prima parte.
La prima parte contiene le schede riguardanti gli autori e i testi anonimi, la vita musicale delle grandi aree geografiche (regioni e stati) e delle città e istituzioni locali (chiese, conventi, monasteri e altre istituzioni religiose; università, scriptoria e biblioteche). Si conclude con una sezione relativa alla storia della musicologia e alle metodo-logie di ricerca. Gli autori e i testi anonimi sono ordinati alfabeticamente. Nell’elenco sono compresi i musi-cisti e i testi musicali anonimi, i trattatisti e i trattati anonimi, i poeti che abbiano coltivato generi cantati e i testi anonimi destinati ad un’esecuzione musicale. Sono inclusi anche autori e testi anteriori all’epoca medievale, quando siano studiati in relazione all’influenza esercitata sulla cultura musicale del medioevo. Per quanto riguarda la denominazione degli autori, si è scelto di adottare di volta in volta la forma più comunemente utilizzata, con eventuale rinvio dalle altre forme attestate. In linea di massima, per gli autori che abbiano scritto esclusivamente in latino (ad esempio i trattatisti o gli autori di testi liturgici) si è adottata la forma latina, con eventuale rinvio dalla forma nella lingua di origine dell’autore; per i musicisti e per i poeti che abbiano scritto in volgare, si è adottata la forma nella lingua di origine dell’autore, con eventuale rinvio dalla forma latina. Sono inoltre presenti rinvii dalle varianti rilevanti. Particolare attenzione è stata prestata ai trattati anonimi, che sono identificati, per uniformità, dal nome dell’editore seguito dall’anno di pubblicazione, con indicazione del titolo e dell’incipit. Un sistema di rinvii permette di risalire al lemma principale anche dal titolo e dall’incipit.
Le grandi aree geografiche sono elencate alfabeticamente secondo la denominazione moderna in italiano. Per le istituzioni locali si fa riferimento alle città, anch’esse elencate alfabeticamente, secondo la denominazione moderna nelle diverse lingue.
2. Articolazione della seconda parte.
La seconda parte è interamente dedicata alla musica liturgica. È suddivisa in tre principali sezioni, «Istituzioni e storia della liturgia», «Monodia liturgica» e «Polifonia liturgica». Nella sezione «Monodia liturgica», le fonti sono ulteriormente suddivise tenendo conto della tipologia dei libri liturgici. Seguono le voci bibliografiche riguardanti l’ufficio liturgico. Per i due principali (Liturgia delle ore e Liturgia della Messa), sono specificate le forme (in ordine alfabetico) e per ognuna di esse l’incipit di singoli componimenti oggetto di studio (sempre in ordine alfabetico). A conclusione della sezione si trovano i riti latini diversi da quello franco-romano (ambrosiano, beneventano, romano, ecc.) e i riti non latini.
Nella sezione «Polifonia liturgica», alle fonti seguono i generi, cioè la Messa e gli altri generi liturgici polifonici (Clausula, Conductus, Motetus e Organum). Sono state inserite in questa sezione solo le voci bibliografiche sul mottetto e sul conductus delle origini, ancora strettamente legati al contesto liturgico.
Nella sezione «Polifonia liturgica», alle fonti seguono i generi, cioè la Messa e gli altri generi liturgici polifonici (Clausula, Conductus, Motetus e Organum). Sono state inserite in questa sezione solo le voci bibliografiche sul mottetto e sul conductus delle origini, ancora strettamente legati al contesto liturgico.
3. Articolazione della terza parte.
La terza parte contiene le voci bibliografiche riguardanti la tradizione dei testi (storia e ricezione, filologia, semiografia); i generi non liturgici (monodici, polifonici e strumentali) e la trattatistica; la teoria e l’analisi; l’iconografia e gli strumenti musicali; i rapporti tra la musica e le altre discipline e forme d’arte. Nella sezione dedicata alla semiografia, si tiene conto dei diversi sistemi di notazione, disposti in ordine alfabetico. Nella sezione dedicata ai generi non liturgici, le voci bibliografiche sono raggruppate sia secondo i generi e le forme sia secondo la lingua del testo verbale.
4. Articolazione della quarta parte.
Nella quarta parte si trovano le opere di consultazione e tra queste i cataloghi di manoscritti, ordinati secondo la città o l’area geografica dove sono attualmente conservati.
5. Articolazione della quinta parte.
La quinta parte è dedicata alle cronache di congressi e alle raccolte di saggi. Vi si trovano quindi i volumi miscellanei veri e propri, ma anche libri di altro tipo, come ad esempio edizioni e cataloghi di manoscritti con studi introduttivi. I singoli contributi sono di norma segnalati separatamente e collocati nella sezione di pertinenza, con riferimento al volume in cui si trovano.
6. Articolazione della sesta parte.
Nell’ultima parte sono collocate le edizioni discografiche, raggruppate in sei ampie sezioni: monodia sacra, monodia profana, polifonia sacra, polifonia profana, repertori di tradizione orale, miscellanee. La voce discografica completa contiene i seguenti dati:
– titolo del disco
– gruppo musicale o singoli esecutori, preceduti dall’eventuale direttore
– autore di saggio o presentazione nel libretto eventualmente allegato al disco – luogo, casa discografica e numero di catalogo, anno di edizione
Nella sintesi vengono precisati:
– tipologia del supporto (CD = Digital Audio Compact Disc; CD-Rom = Compact Disc - Read Only Memory; DVD = Digital Versatile Disc; SACD = Super Audio Compact Disc)
– tipologia della registrazione (DDD = registrazione e missaggio digitale)
– data e luogo della registrazione
– singoli componenti del complesso musicale. In presenza di strumentisti, i nomi degli stru-menti vengono riprodotti nella lingua con cui appaiono sulla copertina o sul libretto del disco
– brani eseguiti (genere, titolo, fonte manoscritta o a stampa)
– segnalazione di eventuali fotografie di manoscritti e stampe
– testo dei brani vocali ed eventuali traduzioni
Non sempre è stato possibile reperire tutte le informazioni anche in caso di visione diretta del disco. Può accadere, ad esempio, che non venga precisato il genere dei singoli brani eseguiti, che non sia indicato il luogo di registrazione, che appaia l’anno di riedizione ma non quello del-la registrazione originale, che i manoscritti e le edizioni usati non siano precisati o siano indicati in modo approssimativo, ecc. Nelle schede la grafia dei nomi e dei titoli è riportata come si trova nel CD; nell’indice è invece normalizzata. Il genere delle composizioni eseguite è indicato dalle seguenti sigle:
A Antiphona
ABN Antiphona ad Benedictus
ACH Anthiphona in coro
ACL Acclamatio
AL Alleluia
AMG Antiphona ad Magnificat
BALD Ballade
BALL Ballata
CAC Caccia
CAR Carola
CHA Chanson
CO Communio, Antiphona ad Communio
CON Conductus
CTC Canticum
CTG Cantiga
EST Estampie
HYMN Hymnus
IN Introitum, Antiphona ad Introitum
INV Invitatorium
IpH In principio Horarum
LAU Lauda
LCT Lectio
Lied Lied
LMT Lamentatio
MAD Madrigale
MOT Mottetto
OF Offertorium
ORG Organum
ORG-AL Organum-Alleluia
ORT Oratio
PAS Pastourelle (Pastorela)
PLN Planctus
PR Prosa
PS Psalmus
R Responsorium
RBr Responsorium breve
RON Rondeau
SEQ Sequentia
TR Tractus
TRK Kyrie cum Tropo
TRP Tropus
VIR Virelai
VRC Versiculum
7. Indici
Il volume è corredato da otto indici: manoscritti; luoghi geografici; nomi e cose notevoli; studiosi; composizioni segnalate nelle schede discografiche; gruppi musicali, direttori ed esecutori (sempre in riferimento alla discografia), CD-Rom e siti Internet spogliati. Nell’indice dei nomi e delle cose notevoli sono registrati i nomi dei santi, dei personaggi storici, dei miniatori e degli artisti in genere, dei musicisti e degli scrittori non compresi nel lemmario degli autori (si è generalmente adottata la forma italiana, tranne che per i santi, quasi sempre citati in riferimento alla liturgia), gli ordini religiosi, i termini tecnici e i concetti significativi oggetto di riflessione, il tempo liturgico. Si è cercato inoltre di agevolare la ricerca relativa ai generi cui non corrisponde una sezione specifica, come gli Uffici liturgici dedicati ai santi (voce Ufficio) o gli Uffici in versi (voce Ufficio ritmico).